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Smart working troppi cambiamenti, sono 5 le cose da sapere

Nel corso degli ultimi mesi sono stati numerosi i cambiamenti in relazione allo smart working, sul quale si è deciso di far luce e rendere ben chiare le categorie alle quali questa modalità di lavoro è concessa.

Con l’arrivo del covid tutte le aziende in Italia si sono dovute riorganizzare in ambito lavorativo, in particolar modo sia nel pubblico che nel privato dove è concesso si è subito attivata la modalità di lavoro in smart working senza quindi la necessità di doversi presentare in sede per adempiere ai propri impegni.

Una volta concluso lo stato di emergenza, numerose categorie di lavoratori sono state richiamate nelle proprie sedi mentre in alcuni casi è stato possibile mettere in atto un’alternanza di lavoro in smart working e in presenza.

Recentemente sono state effettuate delle nuove ed importanti deroghe ma non è ben chiaro se lo smart working rimarrà in alcuni casi a tempo indeterminato o anche in questo caso si fa riferimento ad una deroga, ecco cosa dobbiamo sapere.

Cosa cambia ancora con lo smart working?

Ebbene sì, come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente nel corso degli ultimi mesi sono state davvero numerose le notizie pubblicate in relazione allo smart working e al modo in cui questo cambierà nei prossimi mesi.

Infatti, una nuova ed importantissima notizia è arrivata con l’approvazione delle modifiche al decreto Milleproroghe avvenuta il 9 Febbraio del 2023 in commissione Bilancio e Affari costituzionali del Senato.

In particolar modo è stata annunciata cosi la possibilità di far riferimento ad un’ulteriore proroga per coloro che possono mettere in atto la modalità di smart working almeno fino al 30 giugno del 2023. Si fa riferimento a casi specifici e per coloro che attualmente lavorano nel privato.

A chi è concessa la proroga dello smart working?

Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente la proroga dello smart working non è per tutti, nel privato questa viene concessa ai lavoratori fragili o a coloro che hanno figli sotto i 14 anni, anche se in quest’ultimo caso è possibile fare richiesta di lavoro combinato quindi in sede o da remoto.

Inoltre, per i lavoratori fragili non verranno applicate le modalità di smart working non avranno nessuna decurtazione dalla retribuzione che spetta a loro di mese in mese; mentre coloro che hanno figli al di sotto dei 14 anni dovranno avere espletato le richieste necessarie per ottenere tale godimento del diritto lavorativo da remoto entro il 31 dicembre del 2022 oltre la quale sarà quasi del tutto impossibile accedere a tale modalità.

Nulla invece cambierà per le aziende, le quali manterranno le procedure semplificate per gli inoltri massivi degli accordi messi in atto con i propri dipendenti.

Francesca Guglielmino

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